Il digiuno intermittente è una strategia dietetica che coniuga la pratica e l'efficienza.
Si tratta di un periodo più o meno lungo di digiuno, alternato con una finestra di alimentazione.
Esistono ormai diversi protocolli, che si distinguono in base alla durata del digiuno.
Mettendo da parte i digiuni molto prolungati, come quelli previsti dal Dott. Longo, andiamo a vedere i protocolli più semplici e applicabili per tutti.
Uno tra i primi è stato il modello Eat Stop Eat, in cui semplicemente si digiuna per un giorno intero a settimana (24h).
È un protocollo che va per la maggiore tra le persone con uno stile di vita tranquillo, che vogliono migliorare un po' la composizione corporea e migliorare la propria salute (parametri sanguigni, etc.).
Oltre ad un certo livello, non dà più risultati. Quindi non è molto adatto a sportivi che vogliono di più.
Un altro tra i più classici è il digiuno 16/8, anche detto Leangains, in cui si mangia all'interno di una finestra feed di 8 ore e poi si digiuna per 16.
È uno dei modelli più utilizzati perché è semplice, e si coniuga bene con la vita della maggior parte delle persone.
Questo è uno dei digiuni che si applica molto bene in contesto sportivo. È quello che a mio avviso è più sostenibile anche sul lungo periodo.
Poi c'è il digiuno per "spartani", che è il 20/4, che abbraccia la teoria della Warrior Diet.
Questa è una forma di digiuno adatta a gente impegnata tutto il giorno, che non ha modo di fermarsi e pensare a mangiare.
Psicologicamente è piuttosto duro, anche perché tutti i macros giornalieri si vanno a concentrare in un unico pasto. Dà risultati avanzati di composizione corporea, anche per sportivi esigenti.
A mio avviso per chi ha uno stile di vita normale, è poco sostenibile, ma può essere un valido aiuto se applicato in modo flessibile.
A prescindere dal modello, il digiuno va visto in ottica flessibile in base al proprio stile di vita.
Non ha senso andare a forzare un modello in modo rigido, se non si adatta bene nella propria vita. Quindi, anche adottare un digiuno di 14 ore o di 18 può essere una valida strategia, anche se non si rispettano le ore da protocollo.
E se un giorno si manifestano sintomi di intolleranza al digiuno, è giusto concedersi un pasto (magari non il classico da bar, ma un pasto funzionale).
In questo modo, si garantisce la sostenibilità sul lungo periodo, che è la chiave per il successo di qualsiasi percorso.
(..anche se hai più di 50 anni o se credi di NON essere portato geneticamente)
*NOTA: Proprio come hanno fatto tutti i miei studenti del coaching.
[Scarica Gratis il Report >]